Orvieto

La città vive in simbiosi con la rupe di tufo su cui è costruita (a 325 metri s.l.m.) ed è un notevolissimo esempio d’integrazione tra ambiente naturale e opera dell’uomo. Talvolta, la consapevolezza di questo rapporto tra natura e architettura è esplicita: ciò avviene, ad esempio, nell’iscrizione apposta sul famoso Pozzo di San Patrizio che recita: “Quod natura munimento inviderat industria adiecit”chiarendo appunto, che “ciò che la natura aveva negato per la difesa – in questo caso l’acqua – lo aggiunse l’attività umana”. Molto più spesso, la testimonianza è silenziosa: la si nota nelle opere e nell’atteggiamento degli orvietani.

Visitare Orvieto è come ripercorrere la storia. Qui le pietre parlano e raccontano; qui si ritrovano, stratificati e concentrati, i segni del passato, dalla preistoria ad oggi. Al visitatore, un percorso ideale è evocato e suggerito dalle due statue di Bonifacio VIII poste sulle porte estreme della città: Porta Soliana, da cui il Papa entrò, e Porta Maggiore, da cui usci. Bonifacio VIII non era certo un turista, ma le due statue sono indicative sia dell’attenzione che merita la città di Orvieto, sia della tradizionale ospitalità degli orvietani.

Oggi, che non occorre più salire sulla rupe a dorso di mulo, un moderno sistema di “mobilità alternativa” permette un comodo e suggestivo accesso alla città: la moderna funicolare, l’ascensore, e le prossime scale mobili, testimoniano la vocazione pedonale di un centro storico che si vuole mantenere a misura d’uomo.